Il devastante cambiamento climatico potrebbe portare a 1 milione di migranti all'anno che entrano nell'UE entro il 2100.

I ricercatori hanno evidenziato un aumento della temperatura rispetto al numero delle domande di asilo e prevedono che con il riscaldamento dell'emisfero australe si triplicherà il numero delle persone che immigrano.

Il clima, lo abbiamo detto in Migrazioni climatiche, è un potente fattore determinante le migrazioni. Ma non di sole migrazioni dalle zone marine verso l'interno si tratta: secondo un nuovo studio, se le tendenze attuali continueranno ad essere stabili, i cambiamenti climatici determineranno un enorme aumento del numero di migranti in cerca di asilo da Africa e Asia in Europa.

La ricerca afferma che il numero di migranti che tentano di stabilirsi in Europa ogni anno triplicherà entro la fine del secolo considerando le attuali tendenze climatiche, indipendentemente da altri fattori di origine politica o economica. Tuttavia gli autori prevedono che anche se gli sforzi per frenare il riscaldamento sociale avessero successo, il numero delle richieste di asilo potrebbe avere una crescita ridotta a meno di un quarto. Wolfram Schlenker, professore presso la scuola internazionale e pubblica della Columbia University di New York, e principale autore dello studio, ha dichiarato che l'Europa vedrà crescere il numero di persone disperate in fuga dai loro paesi d'origine.

I risultati dovrebbero essere presi seriamente in considerazione dai responsabili, in quanto i correnti modelli spesso non tengono conto dei fattori climatici. Lo studio ha voluto dimostrare come l'Europa sarà influenzata da uno degli impatti più gravi dei cambiamenti climatici. Centinaia di milioni, forse miliardi, di persone saranno esposte all'innalzamento del livello del mare e cambiamenti in condizioni climatiche estreme che causeranno migrazioni di massa lontano dai luoghi vulnerabili.

La storia dell'uomo ci mostra che queste migrazioni portano spesso a conflitti e guerre, con conseguenze devastanti. I costi potenziali dei conflitti legati alla migrazione sono di solito omessi dai modelli economici degli impatti dei cambiamenti climatici in futuro.
Si prevede che il cambiamento climatico causerà più siccità, inondazioni, ondate di caldo e altre condizioni meteorologiche estreme, oltre a tempeste più intense e innalzamento del livello del mare.

E' probabile che questi effetti renderanno anche l'agricoltura più difficile, se non impossibile, in diverse parti del mondo, tra cui l'Africa subsahariana e parti dell'Asia.
Questi effetti saranno evidenti anche in Europa, ma le basse temperature di base, la relativa prosperità e le infrastrutture avanzate significano che il danno potrebbe essere contenuto e renderlo una destinazione attraente per i migranti.

La migrazione, o tentata migrazione, verso l'Europa è aumentata notevolmente nell'ultimo decennio, con cause principali tra cui la guerra in Siria, le turbolenze nell'Africa settentrionale e nel Medio Oriente, e una fiorente popolazione giovane con poche prospettive economiche in molte regioni dell'Africa e il medio Oriente.

Il nuovo studio, pubblicato il 21 dicembre 2017 sulla rivista Science, è stato avviato e finanziato dal Centro comune di ricerca dell'UE, con il contributo del Dipartimento per l'energia degli USA, e guidato da scienziati della Columbia University di New York. Gli autori dello studio, hanno esaminato le domande di asilo nell'UE da 103 paesi tra il 2000 e il 2014, anni durante i quali le domande hanno avuto una media di oltre 350.000 l'anno.

Sono state confrontate le applicazioni con informazioni sui fattori ambientali, come temperatura e condizioni meteorologiche, e hanno adattato i dati per fattori come conflitti e disordini politici. In questo modo, hanno individuato una tendenza correlata alle condizioni meteorologiche e ai cambiamenti nel numero di domande di asilo. I paesi con temperature medie intorno ai 20° C, ottime per la crescita di diverse colture, mostrano un numero maggiore di applicazioni, mentre ci sono meno richiedenti asilo provenienti da zone con temperature più fresche.

I dati hanno mostrato che più le temperature nelle regioni agricole chiave di un paese sono aumentate sopra i 20°C nella stagione di crescita, più le persone hanno lasciato le loro case per raggiungere un altro paese. E' stato registrato un aumento del numero di migranti da luoghi caldi come l'Iraq e il Pakistan quando le temperature hanno subito aumenti. Tuttavia, l'immigrazione dai paesi più freddi è diminuita quando le temperature hanno raggiunto i 20° C.

Gli scienziati sostengono che mentre il mondo si riscalda, il numero di persone che chiedono asilo in Europa aumenterà di conseguenza. Il riscaldamento da 2.6°C a 4.8°C, che secondo gli esperti del clima è probabile a meno che non vengano prese misure più decise per abbattere le emissioni di gas serra entro il 2100, sarebbero 660.000 i richiedenti asilo che arrivano in Europa, secondo il modello.

Collegare la migrazione ai cambiamenti climatici è controverso. Sebbene molti scienziati e molti studi siano chiari sul fatto che l'aumento delle temperature e le condizioni meteorologiche estreme probabilmente aumenteranno la migrazione, è difficile separare questo fattore dalla miriade di altri fattori che spingono le persone a fuggire dalle loro case. La siccità in Siria avvenuta dal 2006 al 2010 è stata dichiarata, in uno studio del 2015, come un fattore alla base della guerra civile di quel paese, scoppiata nel 2011 e ancora in corso.

L'immigrazione, soprattutto in seguito alla crisi finanziaria e alle recessioni che hanno paralizzato le economie europee un decennio fa e i cui effetti stanno cominciando a placarsi solo ora, è diventata una delle questioni politiche più calde in Europa. È stato citato come uno dei maggiori fattori nel referendum del Regno Unito sull'adesione all'UE e ha svolto un ruolo importante nelle recenti elezioni in Germania e Francia. Un aumento delle migrazioni a causa dei cambiamenti climatici potrebbe aggravare ulteriormente le tensioni politiche.

L'Europa è in conflitto su quanti profughi ammettere. Anche se i paesi più poveri nelle regioni più calde sono vulnerabili ai cambiamenti climatici, i risultati evidenziano in quale misura i paesi sono interconnessi.

Il mondo deve prepararsi. Si avrà bisogno di costruire nuove istituzioni e sistemi per gestire questo flusso costante di richiedenti asilo, che comunque comporta costi enormi.