In Svizzera un'altra birra realizzata con gli avanzi di pane. Poco più che propaganda, ma la direzione è quella verso la circolarità.

Anche un'idea balzana come produrre birra da scarti di pane può portare benefici. L'azienda Damn Good Food & Beverages produce birra dai resti del pane. Potrà essere acquistata da maggio in tutte le panetterie elvetiche.

Nella battaglia contro gli sprechi alimentari, anche piccole attenzioni nel processo produttivo della birra possono portare benefici in termini di recupero sia di materie che di alimenti. Abbiamo già parlato di tentativi di portare circolarità nella produzione di birra in "La birra può essere circolare," ma la lista può essere allungata.

E' il caso dell'azienda dal nome pittoresco Damn Good Food & Beverages di Winfelden, che produce birra dai resti del pane. Un'invenzione che sicuramente è apprezzata e incuriosisce gli amanti di questa bibita alcolica e che potrà essere acquistata da maggio in tutte le panetterie elvetiche.

Cento litri di questa birra, dal nome "Bread Beer", presentata all'incontro annuale dell'associazione "United Against Waste", che lotta contro gli sprechi alimentari, sono prodotti utilizzando 8kg di pane invenduto. Il sistema di produzione è semplice: le briciole del pane vengono mescolare con acqua fresca proveniente dalla sorgente, con lievito, luppolo e malto d'orzo. Il pane sostituisce fino ad un terzo il malto e viene convertito in zuccheri fermentabili.

Non è una idea del tutto nuova, almeno per la Svizzera: infatti, lo scorso dicembre due locali di Berna hanno già lanciato una "sorella" realizzata con lo stesso processo. La lotta agli sprechi nel paese elvetico sembra almeno due passi più avanti rispetto a quella italiana, in quanto sono molte le iniziative che vedono come obiettivo quello di sensibilizzare i consumatori verso il tema dei rifiuti alimentari.

Potrebbe sembrare dovuto, in un paese dove il reddito medio è molto elevato, ma esistono paesi altrettanto ricchi dove la sensibilità ambientale è estremamente ridotta. Chi si vuole sbarazzare di un oggetto (un televisore, un computer, una pentola, una batteria di piatti), di solito lo lascia fuori casa con un cartello con scritto "Gratis". Alla mattina troverà al massimo un biglietto di ringraziamento. In numerose città, alcuni negozi permettono l'acquisto di articoli da forno prodotti il giorno precedente. In alcune città esistono frigoriferi a disposizione dei cittadini, dove possono prendere oppure lasciare alimenti.

L'associazione "United Against Waste" nasce nel 2013 e conta 120 membri, tra cui commercianti, produttori e imprese gastronomiche.