Tre aziende agricole della Costa Rica stanno mettendo in pericolo l'ambiende della zona.

Il Ministero dell'Ambiente costaricano chiude tre latifondi di ananas. Sono sospettati di operazioni pericolose per l'ecosistema.

Il Segretariato Nazionale Tecnico Ambientale del Ministero dell'Ambiente (SETENA) ha ordinato ai proprietari di tre aziende agricole di ananas nella zona settentrionale della Costa Rica di fermare parzialmente le operazioni.

L'ordine è arrivato perché è stato evidenziato che il lavoro in queste aziende sta causando danni ambientali, in particolare la sedimentazione di vari fiumi, lagune e zone umide.
Gli ispettori di SETENA hanno scoperto questi danni durante alcune recenti ispezioni sul terreno di varie aziende agricole della zona. Hanno inoltre rilevato che i proprietari di queste tre aziende non dispongono dei permessi richiesti che devono essere rilasciati dal Ministero della Sanità.

Non solo, hanno anche scoperto che gli agricoltori hanno eseguito una serie di azioni per preparare le terre diversi mesi prima che SETENA concedesse loro la possibilità di fattibilità ambientale per la coltura dell'ananas. SETENA ha invitato i proprietari delle aziende agricole ad astenersi dallo svolgere lavori che potrebbero avere un impatto sulle zone umide vicine, stagni o terre protette. In caso contrario, verrà immediatamente sequestrata l'intera piantagione e la revoca dei permessi.

Il ministro dell'ambiente ha affermato che gli ispettori faranno visita anche in altre aziende agricole produttrici di ananas nella zona per verificare che tutti abbiano i permessi legali necessari.

SETENA ha anche ordinato la sospensione di tutti i lavori riguardanti un progetto agricolo sulla coltivazione dell'ananas nella regione del Pacifico meridionale nel mese di maggio: è necessario soddisfare vari requisiti per evitare azioni che potrebbero avere un impatto sia sui prati, che sulle foreste, sui campi di riso e sugli alberi.

La decisione è stata presa dopo che i manifestanti hanno marciato nel centro di San José, criticando il governo sull'emissione di troppi permessi. L'ispezione sul terreno condotta da funzionari del Ministero dell'Ambiente, SETENA, il Sistema Nazionale di Conservazione e il Museo Nazionale, ha rilevato che i terreni del progetto sono troppo vicini alle aree protette, tra cui la zona umida di Térraba Sierpe e quattro siti archeologici dichiarati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) come patrimonio mondiale.