Riciclaggio e raccolta differenziata sono poco diffusi in Russia, molto usate invece ancora le discariche. Sono poche le aziende che stanno introducendo sistemi di riciclaggio, come quello delle bottigliette di plastica.

Il riciclaggio in Russia e la poca diffusione della raccolta differenziata.

Secondo Greenpeace, le discariche presenti in Russia coprirebbero una superficie pari a quella svizzera, ovvero circa 41.000 chilometri quadrati. Una situazione che rischia di progredire.

Nuove leggi riguardanti la produzione e il consumo dei rifiuti entrate in vigore il 26 settembre, permettono a ogni regione di decidere come comportarsi in tema di rifiuti: possono quindi scegliere se mandarli in discarica oppure direttamente agli inceneritori.

Secondo Dmitry Artamonov, funzionario di Greenpeace in Russia, nel paese negli ultimi 30 anni non ci sono informazioni che permettano di valutare come si deve la situazione dei rifiuti.

Oggi invece è possibile conoscere la realtà. Non solo: sarà anche necessario capire e valutare competenza e volontà delle aziende che si occupano di questo settore. Infatti Greenpeace ha prodotto una classifica delle regioni basato sul loro programma di raccolta differenziata e riciclo dei rifiuti: al primo posto troviamo Vladivostok, seguita da Vladimit, Yaroslav e infine Novosibirsk.

Un riciclaggio che costa


Un impianto a Mosca, esattamente a Plarus, risulta essere l'unica struttura russa che usa il sistema chiamato bottle-to-bottle. Ovvero, la creazione di nuove bottiglie di plastica da quelle cestinate.

In questo modo è possibile riciclare numerose volte, forse infinite, una stessa bottiglia. Uno dei maggiori clienti di questa azienda è, guarda caso, proprio Coca Cola.

Il materiale per la produzione di bottiglie riciclate, viene raccolto in tutto il paese, tra cui anche Krasnodar e Crimea, due delle regioni, secondo il responsabile di questa azienda, Dmitry Shkadin, che lo raccolgono pulito, senza residui di pioggia, terra nera o fango.

Cosa che invece non risulta per le bottiglie raccolte nei paese della Russia centrale.

Shkadin ha affermato che le bottiglie che l'azienda acquista dai fornitori per 25 rubli, pari a 0,39 dollari, al chilogrammo, non sono adatte al riciclo in Europa, essendo in materiali riciclabili russi che contengono spesso rifiuti alimentari.

In questo caso, le bottiglie non hanno solo un cattivo odore, ma risultano anche difficilmente riconoscibili da macchine che ne determinano colore e tipologia di plastica attraverso un laser, che poi separano in quattro categorie, divise per colore.

Quindi, l'azienda deve anche eseguire manualmente una cernita, che purtroppo, rende il processo di riciclaggio più costoso e complicato.

Riciclaggio poco redditizio


In Russia la raccolta differenziata non è molto diffusa. A Mosca, ad esempio, che conta una popolazione di oltre 12 milioni, vi sono solo 300 punti di raccolta rifiuti riciclabili, ad esempio nei pressi del CSKA, quindi dove vi sono club sportivi e alberghi.

Al momento la plastica differenziata risulta essere solo l'1% del totale prodotto. Quasi il 90% dei rifiuti di Mosca finisce in discarica, il 6% nell'inceneritore e solo il 4% viene riciclato.

A oggi, circa 186.000 russi hanno firmato la petizione fatta da Greenpeace per introdurre la raccolta differenziata e il riciclo in ogni regione russa. La crescita del riciclo in Russia, è però vincolata dalla scarsa redditività.

Per gli imprenditori infatti, risulta molto più redditizio operare in discariche o in impianti di incenerimento, e non nello stoccaggio dei rifiuti.

Secondo loro, gli impianti che si occupano di riciclaggio, guadagnano solo dalla vendita di prodotti riciclati. Secondo Artamonov, se chi ricicla ricevesse anche solo la metà della quota versata per una discarica, la situazione cambierebbe e sarebbe ottimale.

Ma, adesso, le aziende comprano materiale riciclabile solo dalle discariche.