Le diverse terre dei fuochi italiane da Nord a Sud.

Rifiuti tossici interrati: dal Nord al Sud una distesa di "terre dei fuochi".

Purtroppo di "terre dei fuochi" l'Italia è piena, come sostenuto dal portavoce di Rete di cittadinanza e comunità Vincenzo Tosti, secondo cui l'interramento dei rifiuti al Sud è iniziato solo perché il Nord era già colmo.

Un problema che verso la fine del 2012, ha attirato l'attenzione mediatica a causa della morte di numerosi bambini. Ora a chiedere giustizia sono anche tutte le altre regioni italiane.

Tosti ha 58 anni e da un anno è il portavoce di Rete di cittadinanza e comunità nata nel 2015 per raccontare il degrado che si vive nel territorio campano, ma anche per informare e prevenire.

Sono in totale 27 associazioni tra la provincia di Napoli e Caserta. L'obiettivo della rete è quello di creare qualcosa di importante a livello nazionale, in quanto il problema dei rifiuti interrati riguarda tutta Italia.

Inizialmente si pensava che fosse un problema legato solo al territorio campano ma l'intero territorio italiano è colmo di rifiuti tossici interrati, formando cosi numerose terre infuocate.

L'unico merito campano è stato quello di aver innescato e focalizzato su di loro l'attenzione mediatica. Nella seconda metà degli anni 80, dopo il terremoto dell'Irpinia è stato necessario ricostruire e in Campania sono arrivati miliardi di lire per poter cominciare.

E' proprio in quel momento che malaffare e cattiva politica si sono incontrati, senza però concentrare la colpa solo alla Camorra, in quanto ha agito solo laddove aveva un riscontro economico vantaggioso.

Non si tratta delle immondizie domestiche ma di rifiuti industriali che provengono da industrie che devono lucrare, speculare e trarre profitto sui propri rifiuti, di cui non si conoscerà mai la provenienza esatta.

Questo perché i dati dei rifiuti industriali vengono resi noti solo mediante certificazione, il cosiddetto Modello Mud, compilato direttamente dall'industria senza ulteriori controlli.

Nonostante gli sversamenti di rifiuti tossici industriali si collochino agli anni novanta, in Campania se ne inizia a parlare solo nel 2012 solo a causa delle numerosi morti di bambini registrate.

Nelle altre regioni non è accaduto, ma stanno nascendo un po' dappertutto comitati veri e propri per chiedere giustizia. Il Nord, regione in cui vi è un consistente indotto industriale, sembra essere colmo tanto quanto il Sud di rifiuti tossici.

La Lombardia è una delle ragioni che ha il tasso di inquinamento maggiore d'Europa, il che significa un'industria che funziona bene. Il problema è che non se ne parla per non dare discredito all'intero sistema economico, tenendo conto anche del fatto che attraverso le industrie molte persone continuano ad avere un lavoro.

Eppure al sud Italia non vi è un'industria cosi pervasiva, e la vergogna è proprio questa. La presenza della criminalità organizzata è qualcosa di più di un sospetto.

L'Italia dispone di un polo industriale davvero radicato, quindi ci chiediamo come sia possibile che certe tipologie di rifiuto, di veleno, siano smaltite in modo così barbaro, sotto le nostre case.

Non esiste però uno studio che accerti la relazione tra rifiuti interrati e aumento dei tumori.
Secondo l'organizzazione Mondiale della Sanità, il 90% dell'aumento di malattie oncologiche è dovuto all'impatto ambientale.