Giovani architetti milanesi mostrano come ridare vita alla gomma riciclata.

Giovani architetti milanesi espongono al Maxxi di Roma, opere d'arte incentrate sulla natura, realizzate con l'uso di PFU, pneumatici fuori uso, riciclati.

La gomma riciclata protagonista dell'architettura internazionale al Maxxi di Roma con l'istallazione del collettivo milanese architettura Parasite 2.0, che ha vinto lo YAP 2016 (Young Architects Program).

La sesta edizione del progetto che sostiene i giovani architetti organizzato dal museo romano è in collaborazione con il MoMA/MoMA PS1 di New York, Constructo di Santiago del Cile, Istanbul Modern e Mmca National Museum of Modern Contemporary Art di Seul: ambientazioni fantastiche, naturalistiche con sagome di animali e scorci di natura realizzati con i pneumatici fuori uso (PFU).

La mostra "Maxxi Temporary School: The museum is a school. A school is a Battleground" ha come obiettivo quello di sostenere il riciclo: Ecopneus infatti, collaboratore e sponsor del progetto, spiega che per la realizzazione, sono stati usati oltre 300 pneumatici fuori uso, riciclati sotto forma di granuli di gomma, usati per costruire sia i pavimenti che gli scenari.

Scenografia che sarà la protagonista di tutti gli eventi romani che si svolgeranno nella piazza del "Museo nazionale delle arti del XXI secolo" della città.

Il messaggio che i giovani architetti milanesi vogliono lanciare è proprio quello di soffermarsi a riflettere sulla natura ormai scomparsa, da loro appunto rappresentata, per arrivare a comprendere l'importanza di temi al centro dei nostri giorni: il cambiamento climatico, il mercato della produzione e infine, la trasmissione di immagini e informazioni.

Il direttore generale di Ecopneus, Giovanni Corbetta, ha sottolineato che grazie a tutto questo, la gomma riciclata da PFU diventa materia espressiva non solo per l'architettura e il design ma anche, in maniera complementare, per le industrie.

Siamo sempre dubbiosi sulle scorribande degli operatori del riuso e del riciclo nei contesti mediatico-modaioli dell'arte, della cultura e della comunicazione, anche se crediamo che occorra costruire e mantenere ponti tra due mondi così diversi, uno tremendamente concreto e determinato dai costi, l'altro etereo e governato dall'immagine.

Crediamo che l’arte debba essere veicolo di riflessione sulla contemporaneità, per cui la proposta artistica, per evitare di essere banale, dovrebbe andare oltre l'importanza di dare una seconda vita ai materiali, come i PFU, e porre questioni sulla sostenibilità del nostro modello economico. In assenza di questa riflessione, il significato simbolico dell’artificializzazione della Natura, rappresentata da sagome di animali e scorci paesaggistici, rischia di andare perduto.

Siamo fiduciosi quindi che il messaggio di Ecopneus e dei giovani architetti milanesi (quanto di più lontano dalla Natura si riesca a immaginare) riesca a fare breccia nelle coscienze e a scavalcare il simbolismo riciclo=natura: la Natura non è sostituibile con l’artificio, nemmeno se accompagnato da una pratica virtuosa come il riciclo degli pneumatici.

In ogni caso, complimenti a Ecopneus per l'iniziativa, davvero coraggiosa e contro-corrente.