Cosa farà Samsung con i suoi 4,3 milioni di Smartphone ritirati dal mercato? La reticenza della casa coreana non tranquillizza gli ambientalisti.

Greenpeace è preoccupata dalla poca trasparenza di Samsung sul destino finale dei pericolosi smartphone ritirati dal mercato dopo alcuni casi di esplosione. Eppure sarebbe una buona opportunità per riguadagnare la fiducia perduta.

Milioni di telefoni in tutto il mondo sono stati richiamati dopo un certo numero di casi di esplosione di dispositivi modello Samsung Galaxy Note 7. Samsung prevedeva di vendere 14 milioni di questi dispositivi entro i primi due mesi dal suo lancio ufficiale. L'azienda ha finora venduto 4,3 milioni di dispositivi.

Samsung non ha dichiarato come andrà a trattare con questi telefoni, ma destinare questi alla discarica contraddirebbe le recenti affermazioni di sostenere un'economia circolare. L'incidente mette in evidenza anche l'insostenibilità del modello economico usa-e-getta attuato dai produttori di smartphone e di elettronica di consumo.

Nel 1995, a seguito di un difetto nei suoi telefoni Anycall di nuova produzione, Samsung smaltì 150.000 telefoni per incenerimento.

La mancanza di trasparenza di Samsung sul destino dei suoi Galaxy Note 7 mette un punto interrogativo su tonnellate di minerali preziosi e inquinanti che potrebbero essere dispersi nell'ambiente. Secondo i calcoli di Oeko-Institut, un istituto di ricerca e consulenza con sede in Germania, i 4,3 milioni di smartphone contengono più di 20 tonnellate di cobalto, più di 1 tonnellata di tungsteno, 1 tonnellata di argento, 100 kg di oro e tra il 20 e 60 kg di palladio.

Questi materiali potrebbero essere recuperati, ma anche invece finire per danneggiare l'ambiente se Samsung non li ricondizionasse o li riutilizzasse.

Nonostante l'ufficialità e il clamore con cui è stato accolto il richiamo globale del Galaxy Note 7, Samsung non ha offerto una spiegazione chiara per i telefoni mal funzionanti. Ha dichiarato che non avrebbe riciclato i telefoni restituiti, ma non ha fornito alcuna ulteriore specificazione su che cosa farà di loro.

Peccato, perché Samsung avrebbe ora l'opportunità di costituire un esempio positivo per l'industria delle telecomunicazioni, già sotto le critiche degli ambientalisti, se solo si impegnasse a recuperare e riutilizzare i metalli preziosi e gli altri materiali pregiati in questi 4,3 milioni di dispositivi evitando con questo un probabile disastro ambientale.

"Temiamo però che la soluzione più semplice sia semplicemente bruciarli o gettarli in discarica," ha dichiarato Jude Lee, attivista esperto di Information Technology di Greenpeace-Asia orientale: "Stiamo lanciando una petizione globale sfidando Samsung di non gettare i telefoni e invece cogliere questa occasione per ripensare totalmente a come si progettano e si producono i suoi prodotti."

Secondo Elizabeth Jardim, di Greenpeace USA, "tutto il settore dell'elettronica dovrebbe imparare da questo incidente e iniziare a progettare prodotti che possano essere più facilmente riparati, riciclati o riutilizzati."

Nel mese di agosto, Greenpeace ha pubblicato i risultati di un sondaggio tra i consumatori, scoprendo che molte persone credono che i produttori di telefoni dovrebbero fornire alle persone i mezzi per riciclare i loro telefoni. Più della metà degli intervistati intervistati concordano sul fatto che i produttori stanno rilasciando un numero eccessivo di nuovi modelli ogni anno.

Greenpeace chiede a Samsung di non scaricare o bruciare i dispositivi e ridurre al minimo l'impatto ambientale, trovando modi alternativi per riutilizzare le risorse. L'azienda dovrebbe inoltre essere più trasparente e pubblicare il suo piano per lo smantellamento e lo smaltimento di questi telefoni.