Anni di false promesse sull'abbandono del polistirolo mai mantenute.
Le promesse di Dunkin ' Donuts mai mantenute sull'eliminazione del polistirolo puzzano di greenwashing.
Per molti anni
Dunkin' Donuts, nota catena americana venditrice di caffè e di ciambelle fondata nel 1950 nel Massachussets da William Rosenberg, ha dichiarato di voler sostituire il suo iconico bicchiere in polistirolo con tazze più rispettose dell'ambiente.
In un
servizio del 2010, la catena di caffè americana affermò che l'uso del polistirolo era il più importante argomento, in tema di sostenibilità, da affrontare.
Due anni dopo, in un'altra intervista, la società dichiarò di essere ancora alla ricerca di una alternativa al bicchiere di polistirolo.
L'amministratore delegato di Dunkin' Brands, Nigel Travis, affermò, nel suo rapporto di responsabilità sociale d'impresa del 2002, quanto fossero alte le sue speranze di lanciare una tipologia di bicchiere sostenibile in massimo due o tre anni. Ma ogni (presumibile) sforzo fu vano.
Sei anni dopo dichiararono nuovamente quanto sostituire i bicchieri di polistirolo fosse una delle priorità nell'ambito della salvaguardia ambientale che toccava l'azienda, ma la maggior parte dei ristoranti di Dunkin' Donuts, serve ancora il caffè nelle tazze di polistirolo.
Segno che progressi per cambiare e cercare un'alternativa adatta non sono stati minimamente fatti.
Basta notare come Christine Riley Miller, direttrice di Dunkin' Brands ha risposto all'accusa: "
al momento non siamo preparati a eliminare completamente il polistirolo".
In effetti, come le arcate dorate di McDonald's, anche le tazze di polistirolo di Dunkin' Donuts, sono diventate l'icona del marchio.
Per l'azienda risultano essere perfette in quanto economiche, e per i clienti perché sono termiche e mantengono bene il calore della bevanda.
Ma è bene sapere che il polistirolo è uno dei materiali meno rispettosi dell'ambiente, in quanto deve finire in discarica e, disperso nell'ambiente, soffoca i piccoli animali.
Non a caso, siccome il polistirolo è veramente dannoso per l'ambiente, molti comuni ne stanno vietando l'uso. In questi Comuni Dunkin' Donuts ha introdotto delle tazze di plastica altamente riciclabile, il polipropilene, che, secondo l'azienda, è attualmente la migliore alternativa al polistirolo.
Il polipropilene è facilmente riciclabile, ma non facile tanto quanto il PET, materiale usato per fare molte bottiglie di plastica. Per poter identificare se si tratta di polipropilene basta vedere il numero 5 sul fondo dei bicchieri, 6 per il polistirolo e 1 per il PET.
La tazza in polipropilene di Dunkin' Donuts è stata il risultato di svariati anni di ricerca per trovare un'alternativa, comunque in grado di mantenere calde le bevande e soprattutto che si possa conferire presso gli impianti di riciclaggio comunali, come ha sostenuto la Miller.
Ma l'azienda al momento non vuole lanciare i nuovi bicchieri sul mercato a livello globale, per molti motivi. Secondo la Miller, il problema dei bicchieri in polipropilene è legato ai costi, molto più elevati di quelli in polistirolo.
Inoltre, ha continuato, anche i clienti non sembrano soddisfatti, soprattutto nei confronti del coperchio della nuova alternativa, tant'è che risulta essere ancora fatto in polistirolo, anche se vietato in molti luoghi perché non riciclabile. Di conseguenza, ha concluso, l'azienda sta ancora studiando per trovare un migliore sistema, del tutto nuovo.
Conrad MacKerron, vice presidente di As You Saw, fondazione senza scopo di lucro nata nel 1992 che affronta le responsabilità d'impresa nei confronti dell'ambiente e che ha spinto Dunkin ' Donuts ad eliminare in maniera graduale ma totale i contenitori in polistirolo, ha detto che stanno reagendo e l'impegno è stato preso, e sembra che stiano solo prendendo i giusti tempi logistici.
Secondo MacKerron, uno dei principali cambiamenti che Dunkin' Donuts dovrebbe adottare in tema di iniziative sostenibili, come ad esempio i bidoni per il riciclo, sono principalmente le diverse responsabilità all'interno delle sue strutture.
La maggior parte dei negozi Dunkin ' Donuts sono in franchising e, secondo MacKerron, ci sarebbero molti rifiuti.
Tuttavia, MacKerron ha notato che McDonald, nonostante siano in maggioranza ristoranti in franchising, è stata in grado di passare dal polistirolo alla carta. Nel 1990, il gigante del fast-food ha completamente eliminato il polistirolo, come comunicò a suo tempo il Los Angeles Time.
I bicchieri per le bevande calde di
Starbucks, anch'essa catena statunitense di caffetterie nata nel 1971 a Seattle per mano di Howard Schultz, sono fatte di carta riciclata al 10%, basta pensare che, come disse un rappresentante di Starbucks durante l'intervista a Business Insider, l'azienda paga autotrasportatori privati locali per raccogliere e riciclare in tutto il paese tazze per bevande calde e altri prodotti riciclabili, concime e rifiuti.
Starbucks ha preferito mettere i bidoni nei suoi negozi, ma la soluzione funziona fino ad un certo punto. Dopo tutto, molti clienti usano i bicchieri di Starbucks in modalità "take and go" e poi li gettano nei bidoni della spazzatura.
Nonostante la catena di caffè abbia promosso bicchieri riutilizzabili offrendo uno sconto ai clienti che li riportavano indietro, Starbucks è passata dal 25% al 5% di possibilità di servire le bevande in bicchieri riutilizzabili.
Attualmente, solo l'1,6% delle bevande di Starbucks sono servite in bicchieri usa e getta.
Nel 2015, quando a New York fu messo il divieto sui contenitori per il cibo in polistirolo, Dunkin ' Donuts fece scalpore dicendo che aveva eliminato il polistirolo, servendo solo "temporaneamente" in bicchieri riciclabili in polipropilene che aveva testato in altre regioni.
Ma pochi mesi dopo, quando entrò effettivamente in vigore il divieto di usare il polistirolo, anche Dunkin ' Donuts dovette cambiare i suoi, tanto agognati, bicchieri al polistirolo.