Dall'India l'indicazione per risparmiare acqua: riusare le acque grigie. Come frenare l'abbassamento delle falde nelle zone povere di acqua, una condizione sempre più diffusa nel mondo.

Uno studio indiano quantifica il risparmio di acqua dovuto al riuso di acque grigie: 70 per cento. Notevoli risparmi anche economici in una zona povera di acqua. Risultati conseguibili anche in ambito urbano.

Uno studio di Architecture&Development, ONG che si occupa di progettazione abitativa sostenibile, rivela che riutilizzando le cosiddette acque grigie, per il giardinaggio e i sanitari, si può risparmiare il 70 per cento del fabbisogno totale di acqua.

Lo studio è stato effettuato nel "T-Zed Homes", un complesso residenziale nella comunità municipale di Bangalore. L'esperimento avrebbe comportato notevoli risparmi anche economici in una zona povera di acqua. Secondo gli esperti, gli stessi risultati possono essere consegiti anche in ambito urbano.

Il T-Zed Homes è costituito da 76 palazzine abitate da famiglie a medio reddito e 15 case unifamiliari appartenenti a famiglie ad alto reddito. Il numero totale di abitanti nel complesso è 500. Sulla base del consumo medio di acqua e la distribuzione, la produzione media acque grigie da una sola casa è risultata essere di 94 litri pro capite al giorno (LPCD) dai ricercatori.

Un recente rapporto della Commissione europea contava più di 20 milioni di pozzi in India, dalle poche decine di migliaia presenti negli anni 1960. La falda si sta abbassando in media di 0,3 metri e di ben quattro metri in alcuni punti. Sono regioni ad alto consumo di acqua, perché molto coltivate a riso, cotone e canna da zucchero. Il Punjab nel nord e il Tamil Nadu e Karnataka nel sud continuano a litigare per il possesso dei fiumi. Il problema non è la mancanza di acqua, ma il suo uso eccessivo.

La Cina, con una popolazione più grande, utilizza circa il 28 per cento in meno di acqua dolce rispetto all'India. Questa situazione potrebbe essere alleviata con il riuso di acque grigie, una delle principali alternative per ridurre il consumo di acqua potabile nelle abitazioni.

Il trattamento in situ delle acque grigie e il loro riutilizzo possono avere un ruolo significativo nella riduzione del consumo complessivo delle acque urbane. Le acque grigie consistono principalmente negli scarichi provenienti da vasche da bagno, docce, vasche di lavaggio a mano e lavatrici. Il loro utilizzo massiccio riduce la domanda di acqua dolce e gli scarichi di acque nere, permettendo ai comuni di abbassare i costi e aumentare l'efficacia del trattamento.

Nell'arco dello studio, sono stati raccolti e analizzati numerosi campioni delle acque del bagno, lavabo, lavanderia e cucina, in momenti e stagioni diverse. È emerso che l'influenza delle variazioni stagionali sulle caratteristiche delle acque grigie è trascurabile. La qualità delle acque grigie generata nel complesso è buona in termini di carico organico.

Questo consente a questa acqua di essere facilmente trattata con semplici metodi, come l'ossidazione elettrochimica. Inoltre, se si usa un sistema di filtraggio per rimuovere la schiuma di sapone, si può riutilizzare molta di questa acqua più e più volte.

Tutto ciò che occorre (ma non è poco) è una conduttura per la raccolta di acque grigie separata da quella delle acque nere, che per motivi sanitari non possono essere riutilizzate in casa, e necessitano di un trattamento nei depuratori comunali.

Una volta depurate con sistemi molto economici, possono essere utilizzate per irrigazione o per riempire le vasche del WC, conseguendo notevoli risparmi di acqua potabile.